Dopo un interminabile gennaio in cui – diciamocelo – avrei potuto trovare il tempo per un articolo di questo genere, come sempre mi sono ridotta a febbraio per poter sfornare una classifica sui film del 2019.
Forse un po’ tardi, potresti pensare, ma per una maniaca dell’ordine e della catalogazione come la sottoscritta il palese ritardo non può competere con il fascino che lo stilare classifiche esercita su di me. A parte piegare la roba come insegna Marie Kondo: niente è più bello che piegare roba come insegna Marie Kondo (eccetto forse guardare Marie Kondo mentre piega roba).

Quindi ecco: la mia personalissima classifica di tutti i film che ho visto nel 2019, a partire dal più amato a finire da quelli che: anche no.

1. Joker, di Todd Phillips

Per quel che mi riguarda, Joker il primo posto se lo merita tutto.
Qualcuno ti dirà forse che, nonostante l’impeccabile interpretazione di Joaquin Phoenix, il film non l’abbia colpito un granché. Questo perché – a mio avviso – Joker va visto per quello che è: una storia che non ha nulla del “fantastico” mondo dei supereroi, ma al contrario gratta la superficie sporca e consunta del reale per narrare la gestazione di uno dei cattivi più conosciuti del cinema. Non cercarci un’analisi critica della società (non principalmente, almeno), ma goditi l’affascinante declino di Arthur Fleck.

2. Parasite, di Bong Joon-ho

Una perla da non perdere, direttamente dal Sud Corea. Con un perfetto equilibrio tra tragico e umoristico, Parasite racconta le imprese di una famiglia di “scrocconi” che ti accompagna lungo una narrazione tutt’altro che prevedibile e decisamente universale. Da vedere.

3. La Favorita, di Yorgos Lanthimos

Titolo del film e anche incarnazione della mia adorazione nei confronti di Olivia Colman – giustamente premiata con un Oscar per questa interpretazione – La Favorita racconta la storia vera della Regina Anna, con il fascino tipico del romanzo. Diciamo che l’amico Lanthimos si è fatto perdonare per il disastro de Il sacrificio del cervo sacro, replicando il successo di The Lobster.

4. Green Book, di Peter Farrelly

Bellissimo film tratto da una bellissima storia vera e recitato in modo impeccabile. Da guardare assolutamente in lingua originale (come sempre) se si vuole assistere alla perfetta italianizzazione dell’amico Viggo nei panni del mitico Tony Lip!

5. Il traditore, di Marco Bellocchio

Finalmente un film italiano in classifica! In effetti non mi capita molto spesso, e non perché snobbi il cinema italiano ma perché nella realtà dei fatti non sono molti i film italiani che mi ispirino a tal punto da andare a vederli al cinema.
Il Traditore però merita davvero: racconta la storia del pentito Tommaso Buscetta – qui interpretato da un bravissimo Pierfrancesco Favino – delineando in modo assolutamente fedele l’intero contesto (e da sicula posso garantire che nulla stona, e che Luigi Lo Cascio come sempre non delude).

6. La paranza dei bambini, di Claudio Giovannesi

Tratto dall’omonimo romanzo di Saviano che – ahimé – non ho letto, La paranza dei bambini è un film che consiglio soprattutto per chi ama osservare i contorni ben definiti di un ritratto nudo e crudo della realtà. E per chi non si lascia spaventare dalla recitazione in dialetto.

7. C’era una volta a Hollywood

Forse è un po’ ingrato relegare l’ultimo film di Tarantino al settimo posto, ma non volevo neanche essere così banale da metterlo in alto in classifica. Perché C’era una volta a Hollywood è un film che si fa guardare e regala anche delle piacevoli perle (la maggior parte attribuibili a Brad Pitt) ma non raggiunge i livelli dei capolavori tarantiniani ai quali siamo abituati.

8.
· Vice: l’uomo nell’ombra, di Adam McKay
· Stanlio e Ollio, di Jon S. Baird
· Blackkklansman, Spike Lee

Ottavo posto a pari merito per tre film che ricordo essermi piaciuti molto al momento della visione, ma adesso a distanza di un anno fatico a ricordarne il motivo. 😬 Che sia questo sintomatico di una non perfetta riuscita del film (che – se da considerarsi un capolavoro – dovrebbe rimanere impresso indelebilmente) o di una mia indecente memoria (altresì probabile), non è dato saperlo. Per toglierti ogni dubbio, guardateli e poi mi saprai dire.

9.
· Border – Creature di confine, di Ali Abbasi
· I am revolution, di Benedetta Argentieri
· Butterfly, di Cassigoli e Kauffman

Tre film visti in un cinema che qui a Bologna è una piccola perla per chi ama ogni tanto scoprire film meno convenzionali: il Cinema Galliera. Non ricoprono una posizione più alta in classifica solo perché si sono trovati a competere con film che mi hanno appassionato maggiormente, ma ne consiglio comunque la visione. Consiglio Border, per chi ama le storie surreali ma – paradossalmente – totalmente plausibili. E consiglio gli altri due (documentari) per chi vuole scoprire delle storie di donne – ognuno a loro modo – davvero uniche.

10.
· The Mule, di Clint Eastwood
· Amor y Gloria, di Pedro Almodóvar

Discorso analogo ma opposto rispetto ai film in ottava posizione: ricordo che sia per The Mule che per Amor y Gloria non sono rimasta pienamente soddisfatta una volta uscita dal cinema, ma se mi chiedi il perché non so spiegartelo. 😬 Una motivazione incresciosamente inadatta a una classifica, ma che ci vuoi fa’.

11.
· Aladdin, Guy Ritchie
· Dumbo, di Tim Burton
· Il re leone, di Jon Favreau

Senza infamia e senza lode”: come dire diversamente? Film sicuramente piacevoli da guardare ma che non mi rimarranno impressi per la vita né, soprattutto, riusciranno a soppiantare i loro omonimi animati. Ora attendo con ansia Mulan: mi raccomando Disney non fare minch**te.
Fra i tre, comunque Aladdin è sicuramente il più riuscito.

12. Benvenuti a Marwen, di Robert Zemeckis

Tra gli ultimi posti perché – a mio avviso – deludente. Non fraintendermi, non è un bruttissimo film, ma come spesso accade dal trailer mi ero immaginata un piccolo capolavoro, e la trama aveva un grandissimo potenziale, ma temo che non le sia stata resa giustizia come avrebbe dovuto, restituendo un film a tratti un po’ noioso.

13.
· The deads don’t die, di Jim Jarmusch
· Glass, di M. Night Shyamalan

Pari merito alla fine della classifica perché “madonna mia che delusione” (The deads don’t die) e “vabbè ma in fondo che mi aspettavo” (Glass). Non aggiungo altro che mi sale l’istinto omicida.