Rino Lionetto, in arte Mush Mush, è uno dei creativi di talento che ho avuto la fortuna di incontrare lungo la mia strada. E anche se dopo il breve periodo trascorso a Palermo le nostre strade si sono divise, non ho mai smesso di seguire l’evoluzione delle sue bellissime illustrazioni.

Sembrano nate dall’incesto tra Sailor Moon e l’uomo nero, le illustrazioni di Mush Mush, che se da un lato ti attirano come farebbe una bella bionda tutti riccioli e caramelle dall’altro ti stordiscono per la schiettezza dei suoi riferimenti choc: un po’ hard, un po’ ammiccanti, ma sempre incredibilmente fluo.

Non è un caso che la rivista VICE abbia scorto in lui il collaboratore perfetto per dare forma ai suoi racconti. Eccone qui un assaggio multicolor!

Mush Mush, identificati!

Mi identifico come un marshmallow abbastanza appetitoso che magari vorresti addentare per golosità, ma che probabilmente non avrà un sapore tanto dolce, per cui potrei lasciare dell’amaro in bocca. Cerco di presentarmi ingannando l’apparenza, una sorta di condizione della società del giorno d’oggi che ci avvolge costantemente, in chiave pop/urban e majokko all’occorrenza.

 

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Come trascorri una tua giornata tipo?

Lavorando temporaneamente in ogni dove per pagare le bollette. Nel tempo che mi rimane sono davanti al mio computer a progettare e a mandare proposte per continuare a disegnare il più possibile. Tra una mail e l’altra vorrei consolidare tanti lavori creativi che purtroppo al momento non sempre riesco a portare a termine.

 

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Di cosa non potresti fare assolutamente a meno?

Delle cime di rapa, sono una droga per me.

 

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Com’è nata la tua collaborazione con Vice?

Ho mandato una proposta di collaborazione che stranamente hanno accolto ben volentieri; sono stato molto felice nell’aver ricevuto questo esito positivo. Mi dicevano che il mio stile era in sintonia con quello che volevano comunicare per cui il destino ha voluto che le cose andassero da se.

 

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Qual è il progetto di cui vai più orgoglioso?

Forse l’essere stati scelti da Vice è quello che mi rende più orgoglioso tra tutti i lavori di illustrazione che ho fatto fino ad oggi, ma anche la mia prima esposizione personale a Milano non è da sottovalutare (Mush Dirty Kaway) dato che ho messo molto impegno per concepire ogni singola linea.

 

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Qual è la tua più grande fonte di ispirazione quotidiana?

Credo la musica, in particolare il genere che amo ascoltare maggiormente.

 

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Cosa vuoi fare da grande?

Non ne ho la più pallida idea, ho troppa consapevolezza dell’incertezza che ha il futuro!

 

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Qualche spoiler sui tuoi prossimi progetti?

Possibile che vediate i miei scarabocchi su qualche packaging a livello ludico, ma non posso dirvi di più!

 

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