La street art è quella forma d’arte che prende vita tra le mura delle città, tingendo di vere e proprie opere d’arte il tessuto urbano che ci circonda. Nonostante, però, i graffiti di cui ci piace parlare siano spesso dei veri e propri “quadri” a cielo aperto, spesso può capitare di imbatterci in graffiti incomprensibili che hanno l’aspetto di discutibili atti vandalici. Sto parlando delle “tag”.

La “tag” è il nome d’arte dello street writer che spesso accompagna le sue opere come una sorta logo. È un fenomeno che fa parte dell’essenza stessa della street art e non va stigmatizzato in sé. Tuttavia, molto spesso agglomerati di tag di artisti (o pseudo tali) coprono i muri delle strade senza alcun apparente criterio artistico, restituendo solamente una sensazione di degrado che inficia la reputazione della street art in toto.

In questo contesto si inserisce l’ironico progetto dello street artist Mathieu Tremblin, che dopo essersi dedicato a svariati progetti e interventi urbani ha deciso di aiutare il mondo a capire il fenomeno sopra descritto in modo davvero inedito.

Tag Clouds – questo il nome della sua iniziativa – si ripropone infatti di rimpiazzare tutte le incomprensibili tag sparse per la città con delle traduzioni leggibili, restituendo la sensazione di ritrovarsi davanti a delle “nuvole” di parole proprio come accade su internet.

Mathieu crea così un parallelismo tra tag fisico e virtuale, sia nella forma (gli agglomerarti di tag sulle pareti hanno lo stesso aspetto delle tag cloud su internet) sia nella sostanza (così come su internet anche per le strade le parole chiave sono un varco per comunicare molto di più). Il risultato non è certo un’opera d’arte, ma il messaggio di cui si fa portavoce lo è senz’altro!

La street art di Tremblin rende leggibili i tag degli street writer La street art di Tremblin rende leggibili i tag degli street writer


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Fonte: Fubiz. Foto: Mathieu Tremblin.