Le Paralimpiadi di Rio 2016 sono alle porte e si apprestano a diventare l’argomento caldo che accomunerà trasversalmente i media di tutto il mondo. In questi giorni, però, a scaldarsi sono stati soprattutto gli utenti, a causa della campagna pubblicitaria realizzata da Vogue Brazil per omaggiare l’imminente evento sportivo.

Invece di selezionare dei veri atleti paralimpici come protagonisti della copertina in onore delle Paralimpiadi, infatti, Vogue Brazil ha scelto due modelli non disabili, Cleo Pires and Paulo Vilhena, i quali sono stati successivamente “menomati” attraverso Photoshop. Il braccio e la gamba affetti dalla disabilità sono stati “presi in prestito” da due reali atleti paralimpici, Renate Leite and Bruna Alexandre, entrambi presenti allo shooting fotografico.

#SomosTodosParalímpicos: para atrair visibilidade aos Jogos Paralímpicos e ressaltar a relevância dos paratletas brasileiros no panorama do esporte nacional, @cleopires_oficial e Paulo Vilhena (@vilhenap) aceitaram o convite para serem embaixadores do Comitê Paralímpico Brasileiro e estrelam a campanha Somos Todos Paralímpicos. Concebido pelos atores com o apoio do @ocpboficial e dos atletas, com direção criativa de @ccarneiro, fotografia de @andrepassos e beleza de @carolalmeidaprada, o anúncio traz Cleo na pele de @bruninha_alexandre, paratleta do tênis de mesa, e Paulo, de @renatoleite10, da categoria vôlei sentado. Os ingressos estão à venda em ingressos.rio2016.com. Vogue mostra os bastidores do shooting com o quarteto no link da bio. #voguenasparalimpiadas

Una foto pubblicata da Vogue Brasil (@voguebrasil) in data:

Proprio per quest’ultimo dettaglio in molti si sono chiesti perché non siano stati scelti proprio i due atleti come protagonisti, invece di ricorrere ad artificiose ricostruzioni che la maggior parte degli utenti, disabili e non, hanno ritenuto altamente offensive.

Sia chiaro, il fotomontaggio non è stato realizzato alle spalle degli utenti, nel tentativo di spacciare per disabili dei modelli fisicamente sani. Infatti, proprio questi ultimi hanno pubblicato nei propri account le foto di gruppo raffiguranti i modelli e gli atleti insieme durante lo shooting.

Anche la stessa atleta paralimpica Bruna Alexandre, in seguito alle polemiche, ha ribadito il suo appoggio alla campagna, proclamandosi fiera di aver partecipato a una campagna il cui obiettivo, rappresentato dal claim “We are all Paralympians” (“Siamo tutti Paralimpici”), era quello di accomunarci tutti, indipendentemente dalle proprie disabilità.

Essa é a foto na qual nos inspiramos pra foto da campanha #somostodosparalímpicos. Essa é a Bruna Alexandre. Como embaixadora do comitê paralímpico brasileiro me sinto honrada em representar a Bruninha nessa campanha endossada pelo comitê paralímpico e pelos atletas paralímpicos brasileiros. Apenas uma dentre nossos 279 atletas Paralímpicos. E ela tem “umas 400” medalhas como ela mesma diz Arianinha danada começou a competir com atletas que tinham os dois braços guerreira, ainda compete, não se acomoda. Fera demais. Nóix, pequena⚡ Para compra de ingressos acesse rio2016.com link na bio ⬆ @voguebrasil @africaoficial @vilhenap @bruninha_alexandre @renatoleite10 @ocpboficial @pinymontoro @nizanng @andrepassos @danielafalcao1

Una foto pubblicata da Cleo Pires. Atriz/Actress (@cleopires_oficial) in data:

A mio avviso, però, l’obiettivo è lontano dall’essere raggiunto. Trovo infatti molto più rappresentativa la foto di gruppo sopracitata piuttosto che una foto raffigurante due modelli photoshoppati che a primo sguardo potrebbero benissimo essere scambiati per atleti realmente disabili. Insomma, la giustificazione non regge.

E dire che sono tanti gli atleti paralimpici e anche gli stessi modelli realmente disabili che avrebbero potuto davvero dare un valore aggiunto alla campagna. Forse non erano abbastanza “belli” per i canoni di Vogue, ma di sicuro sono portatori di un messaggio che nessun fotomontaggio potrà mai rappresentare.