Studio, metodo, talento, passione: chi l’ha detto che rigore scientifico e approccio creativo non possano andare d’accordo?
Silvia Biondi, in arte EsseBi, ne è l’esempio lampante: con un passato nella Fisica e un presente nell’illustrazione, ha ereditato dal primo un’attenzione al progetto che vede nel secondo la sua più felice applicazione.

Il risultato di questo incontro è un intero mondo fatto di purezza e sfumature pastello, bimbi curiosi e apette esploratrici.
Un mondo che sebbene su misura di bambino affascina anche i più grandi per la capacità di ricordare quanto la bellezza sia nelle cose più semplici!

Per una dose quotidiana di quanto descritto sopra, ti prescrivo il following immediato del suo profilo Instagram e del suo sito web.
E ovviamente la lettura di questa intervista!

Silvia Biondi: identificati!

Ciao a tutti, sono Silvia Biondi e il mio habitat naturale è Bologna. Quando l’autostima me lo consente, mi piace definirmi un’artista (sindrome dell’impostore chi?). Per una buona fetta della mia vita mi sono dedicata alla ricerca accademica, nello specifico alla Fisica delle particelle elementari, per poi rendermi conto che la creatività e l’inventiva di quell’ambiente non erano abbastanza per me.

Ho sempre disegnato, da quando ho capito come tenere in mano una matita, e questa passione mi ha sempre accompagnata, in ogni momento della vita.
Nel 2019 ho scoperto il mondo dell’illustrazione digitale e da allora non l’ho più abbandonata, tanto da cominciare questo percorso di illustratrice nel 2021. Il mio sogno più grande è illustrare libri per bambini e spero un giorno di poterlo realizzare (anche perché ho una fila di sogni, mi devo spicciare!).

Come trascorri una tua giornata tipo?

Vorrei rispondere con “disegnando” e basta, ma la verità è che la giornata tipo di un’illustratrice è fatta anche di e-mail, conti, progettazione, pianificazione e, ah sì!, ricerca di ispirazione!
La mattina mi alzo, faccio stretching (davvero, fatelo, io vado dall’osteopata per la mia negligenza!), caffettino e…poi dipende dai periodi. Quando ho commissioni per i clienti, lavoro molto su quelle per stare nelle scadenze, quindi tanta musica, podcast, video e posizione a gamberetto sull’iPad.

Quando sono nei periodi più tranquilli, ho la fortuna di potermi dedicare ai progetti personali, che possono essere davvero diversissimi tra loro!
Invece quando non ho ispirazione mi aiuta molto fare ciò che più mi rilassa, qualsiasi cosa sia, basta che non senta la pressione di “produrre” qualcosa.
Ultima cosa: se lavoro per i clienti, sono alla scrivania; se lavoro a progetti personali, sono sul letto. Non so perché, mi sento più a mio agio. C’è qualche psicologo qui?

Di cosa non potresti fare assolutamente a meno?

L’organizzazione. Sì, lo so, sembro una noiosona, ma ragazzi!, l’organizzazione è tutto!
Soprattutto quando si lavora da soli e non c’è nessuno che ti fissa scadenze e cose da fare. Senza la mia agenda fisica e quella digitale (sì, anche quella), sarei totalmente perduta, sul serio. E ovviamente se mi togliete il caffè divento pericolosa, ma anche gli snack della mattina e del pomeriggio, davvero, non fatelo.

Com’è nata la tua passione per l’illustrazione?

L’ho sempre covata, in realtà. Ricordo che da piccola non vedevo l’ora di finire i compiti per poter ricoprire il resto delle pagine con i disegni, i banchi di scuola (soprattutto al liceo) erano sempre tappezzati da schizzi e scarabocchi e ho ancora un raccoglitore pieno di disegni di dubbio gusto e intrisi di adolescenza e drammi.

Ho sempre usato il disegno come valvola di sfogo, non a caso l’ho ripreso in pieno durante il primo lockdown, nel 2020. Credo che la passione per l’illustrazione derivi dalla capacità di poter esprimere pensieri incasinati senza usare le parole, che per me sono sempre state un ostacolo, più che uno strumento.

Qual è il progetto di cui vai più orgogliosa?

È come se avessi dei figli e mi chiedessi di scegliere il mio preferito! A parte gli scherzi, tra tutti i
progetti personali che ho portato avanti, quello che più mi sta a cuore è quello del piccolo Charlie.
Titolo: “Le avventure di Charlie” (vedete che ho dei problemi con le parole?).

Lui è un bimbo minuscolo in una natura gigante ed è curiosissimo. Con lui mi sono davvero impegnata nello studio del personaggio, nelle pose, le espressioni, le interazioni con il mondo intorno. Charlie è stato i miei primi passi verso quello che più amo: inventare personaggi curiosi, entusiasti, amanti della natura e delle piccole cose.

Qual è la tua più grande fonte di ispirazione quotidiana?

La natura, sicuramente, e tutto ciò che la riguarda: l’ecologia, la sostenibilità, il rispetto e la gentilezza. Ecco perché i miei personaggi preferiti sono i bambini: quell’innocenza e quell’entusiasmo per le piccole cose, l’ingenuità davanti ai fenomeni più banali, la capacità di guardare oltre. Sono sempre meravigliati di fronte alla natura e sembrano godere di ogni piccolo dettaglio. Ecco, io vorrei un po’ questa cosa qui, per apprezzare di più quello che ho intorno. E quindi mi piace pensare un mondo fatto di gentilezza e sensibilità, rispetto e cura. Con tanti colori, leggerezza e apette (sì lo so, ho una specie di mania).

Qualche spoiler sui tuoi prossimi progetti?

Da grande fan della suspence, ma anche del “e dai però, odio quando non mi dicono le coseeeeeeeh”, vi lascio con un… vedrete, vedrete!
A parte gli scherzi, vi dico solo che c’è un libro nell’aria e un calendario 2023, che se esce come
ce l’ho in mente sarà bellissimo. Incrociate le dita per me!

P.S. Tra l’altro questa cosa del calendario non l’avevo ancora detta pubblicamente, quindi ciao comfort zone! Ora devo davvero realizzarlo!


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