L’amicizia è una delle cose più importanti della vita. Della mia, sicuramente. Se poi si associa a un’incredibile stima nei confronti dell’amico/amica in questione, parliamo di un sentimento che difficilmente si affievolisce nel tempo. E Giuseppe Mendolia Calella rientra appieno in questa categoria.

Ma Giuseppe non è solo un amico di quelli che pochi te ne capitano nella vita. È un artista come di pochi ne troverai in giro. E non solo perché “produce” arte ma perché “respira” arte, perché la vive, perché ne ha fatto il suo obiettivo, la sua missione.

Instancabile nella sua ricerca continua di stimoli e curioso fino all’inverosimile, si può dire che studia arte da quando lo conosco. Ha iniziato all’Istituto d’arte e da quel momento non ha più smesso. E quando ci sentiamo o incontriamo dopo tanto tempo, alla domanda “Cosa mi racconti” puoi star certo che mi risponderà che parallelamente al suo lavoro sta frequentando un master, un corso, un workshop, o sta curando una mostra o – soddisfazioni! – ne sta organizzando una sua personale.

Come Bla(n/c)k, la sua ultima mostra personale allestita presso la galleria Koart unconventional place di Catania. Da emigrata nelle lande bolognesi non potrò visitarla, quindi se tu sei in quelle zone sappi che hai tempo fino a sabato 24 marzo per vederla.

E se vuoi sapere qualcosa di più su questo artista e amico, non ti resta che scoprirlo attraverso le sue stesse parole. E sul suo sito web.

Giuseppe Mendolia Calella: identificati!

Mi chiamo Giuseppe Mendolia Calella e praticamente da sempre mi occupo di arte contemporanea attraverso la pratica artistica e curatoriale.

Nel 2012 assieme a Valentina Lucia Barbagallo (curatrice, giornalista e filologa) ho fondato Balloonproject, una piattaforma di studio, approfondimento e produzione culturale, artistica e della comunicazione visiva.

Nel 2012 mi sono diplomato in Progettazione Artistica per l’Impresa presso l’accademia di Belle Arti di Catania, nel 2014 ho conseguito un Master di primo livello in Design di Prodotto presso Abadir Accademia di Design e Arti Visive e di recente ho concluso un Master di secondo livello presso la Scuola di Architettura di Siracusa dell’Università di Catania. La mia formazione, che oscilla tra arte e design, mi ha dato la possibilità di operare mettendo insieme più aspetti dal concetto al progetto e viceversa. Tendo ad organizzare ciò che faccio con una visione condivisa e multidisciplinare.

Intervista a Giuseppe Mendolia Calella: l'artista in equilibrio tra spazi pieni e vuoti

Di cosa non potresti fare assolutamente a meno?

Della condivisione, del confronto, della “scoperta“. Amo osservare il lavoro e la ricerca degli artisti, dei grafici, dei designer vicini e lontani. Una necessità che mi permette di capire la contemporaneità per farne parte con maggior consapevolezza.

Tra i progetti espositivi e curatoriali quale ti ha maggiormente segnato?

Sicuramente la mia prima personale del 2013, “L’orologio sa quando svegliarci”, presso la Galleria Zelle di Palermo.
Anche in quel caso i lavori in mostra erano una riflessione sullo spazio ma in relazione al tempo.

Intervista a Giuseppe Mendolia Calella: l'artista in equilibrio tra spazi pieni e vuoti

Qual è la tua più grande fonte di ispirazione quotidiana?

Credo che la mia più grande ispirazione provenga dalle case che vivo e dalle case che ho vissuto.
Lo spazio domestico per me è il luogo per eccellenza dell’essere e del vivere. Quando mi trovo ospite in altre case osservo molto gli spazi, gli oggetti, la disposizione delle cose, il modo di vivere le stanze. La nostra casa dice tutto di noi, racconta chi siamo, chi siamo stati e chi saremo.

Cosa vuoi fare da grande?

Non sono grandissimo ma nemmeno piccolo… quindi, credo nulla di differente da ciò che faccio già. Spero di farlo sempre meglio!

Parlaci della tua ultima mostra personale, Bla(n/c)k.

Allestita presso la galleria Koart unconventional place di Catania a cura di Valentina Lucia Barbagallo, Bla(n/c)k è una riflessione sul tema dello spazio pieno e vuoto. Il titolo stesso contiene queste due parole: da un lato Blank “vuoto”, dall’altro Black “nero”.
Ho realizzato circa 400 disegni in acrilico, inchiostro e carboncino sullo stesso formato A4 con cui ho riempito le pareti della galleria. Ogni singolo tassello è una riflessione segnica sul pieno e sul vuoto e l’installazione, nell’insieme, enfatizza questa riflessione invitando il pubblico ad asportare uno di questi disegni e a “possederlo”, generando un vuoto che ridisegna lo spazio e la composizione.
Poter possedere un tassello del pieno della galleria è inoltre possibilità di pieno per un altro spazio (quello privato di chi asporta l’opera), frutto di uno “svuotamento” dal nero diventato segno.

Intervista a Giuseppe Mendolia Calella: l'artista in equilibrio tra spazi pieni e vuoti Intervista a Giuseppe Mendolia Calella: l'artista in equilibrio tra spazi pieni e vuoti

Intervista a Giuseppe Mendolia Calella: l'artista in equilibrio tra spazi pieni e vuoti

Intervista a Giuseppe Mendolia Calella: l'artista in equilibrio tra spazi pieni e vuoti

Qualche spoiler sui tuoi prossimi progetti?

Nei prossimi mesi sarò impegnato nella cura di un grande progetto “aperto” per la creazione di un archivio d’immagini sulla Sicilia. L’archivio coinvolgerà diversi artisti e operatori culturali e sarà fruibile in autunno nel corso di una mostra e già parte del calendario di Palermo Capitale della Cultura 2018.

Ph. Giuseppe Trovato.

 

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